CACCIATORI DI ANIME (lucio Majelli)

 

(Il racconto è stato elaborato in vista di un concorso che

prevedeva scritti da 300 parole ciascuno) 

ichael rientrò nella sala da pranzo. Ultimamente soffriva di insonnia.
Era sicuro di aver sentito la lavastoviglie fare il risciacquo. La spia verde dell’accensione, adesso era spenta. “Ma come?” Pensò “Eppure prima l’ho vista acce…” Non finì quel pensiero. La musica che lo tormentava da giorni, esplose di nuovo. Un suono infernale. Lo sentiva dall’interno. Gli frantumò i timpani.
Le sue ginocchia trovarono il pavimento scostante. Freddo e severo nella sua durezza. Provò dolore. Ancora una volta non gli fu utile coprirsi le orecchie. Le rughe attorno agli occhi furono inumidite da due lacrime che si liberarono con prepotenza.
Il suo urlo divenne un latrato che squarciò il silenzio di quella notte romana. Cominciò a respirare affannosamente. Si sentì mancare.
Perse i sensi tonfando rovinosamente sul marmo, per terra.
Trina comparve dal nulla. Vide un uomo disteso al suolo in una chiazza di vomito. Prese la sua anima e disse: “Tu sì che sei stato un osso duro”. Rise sguaiata. Scomparve, prima che albeggiasse.
Stephen caricò la pistola e la infilò nel fodero sotto la giacca. Prima di uscire si guardò allo specchio trovando il suo viso troppo spigoloso.
Il tg trasmetteva un servizio. Tese l’orecchio per ascoltare dal bagno. “Altra morte inspiegabile.” Pensò.
Corse davanti allo schermo. Prese il distintivo, si infilò parte della colazione in bocca. Uscendo disse tra i denti: <<Maledetta strega, prima o poi la smetterai di collezionare anime.>>

Andò nel bosco. Recitò il rituale rubato a un prete la domenica prima.
Trina rispose al richiamo. La lama del pugnale le disegnò una croce in fronte. Si dissolse ululando. Stephen ghignò soddisfatto.
Con un gesto imprigionò le anime, fuggite dal cuore della strega.
“Finalmente sono mie.” Pensò.

Luciano Majelli

 

1 Responses to CACCIATORI DI ANIME (lucio Majelli)

  1. Loredana ha detto:

    Non male

    grazie

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